Le ricerche, presso la Yale Univesity, si sono focalizzate sullo scoprire, nel legame tra genitori e figli, se sia meglio dedicare un tempo di qualità piuttosto che di quantità. I risultati hanno dimostrato che è importante la quantità di tempo trascorsa con loro. Per dimostrare l'amore ai figli basta la presenza, non è necessario regalare cose speciali o organizzare uscite straordinarie. In poche parole, il tempo di qualità con i bambini non è sufficiente. I bambini preferirebbero trascorrere tutto il giorno con una mamma "imperfetta" piuttosto che solo un'ora con una mamma "perfetta". Quindi la presenza fisica in termini di quantità per creare un legame d'amore e d'intesa risulta un elemento significativo.
Il bambino cerca di costruire il legame cosiddetto di attaccamento con il genitore perché è da questo legame che dipendono le cure indispensabili per crescere e sopravvivere. In quest'ottica i bambini prediligono la presenza, il contatto, la condivisione attraverso azioni semplici e quotidiane piuttosto che il fare qualcosa di speciale . L'importante è farlo insieme costruendo una complicità. Lo spirito di sopravvivenza è così forte che va comunque al di là della qualità/quantità poiché i genitori rappresentano il mondo e la vita agli occhi di un bambino a tal punto che preferiscono adattarsi a qualsiasi condizione.
La verità è che oggi giorno dedicare tempo ai figli è diventata un'impresa, soprattutto per quei genitori che lavorano e si fanno in quattro per passare del tempo con loro e renderli felici attraverso regali o cose speciali da fare per compensare quel vuoto in termini di presenza. Proviamo a considerare quanto possa risultare ancora più complesso se ai ritmi lavorativi aggiungiamo le frustrazioni e i mille impegni che potrebbero essere di ostacolo alla qualità della relazione, elemento indispensabile, in termini di ascolto e dialogo. I bambini hanno bisogno di stare con mamma e papà e fare insieme cose di ogni giorno come la spesa, preparare una cena, giocare o leggere una storia insieme.
I figli hanno bisogno di entrambi i tempi, integrando quantità e qualità.
Anche se i bambini preferiscono la presenza di un genitore, seppur inadeguato, questo non significa che le implicazioni e le conseguenze non esistano sulla relazione.
È sempre utile oltre che necessario, osservare quali possano essere i bisogni di nostro figlio, ponendo attenzione ai messaggi che cerca di inviare, sia attraverso il comportamento che attraverso le parole.
E' impossibile essere genitori perfetti ma è possibile cercare di essere genitori resilienti aiutando i propri figli ad affrontare eventuali difficoltà seguendo il comune buon senso al fine di trovare possibili soluzioni attraverso risorse interne e chieder aiuto attraverso le risorse esterne.
Come punto di riflessione vi lascio una poesia di Dorothy Law Nolte
"I bambini imparano ciò che vivono"
Se un bambino vive con le critiche impara a condannare.
Se un bambino vive con l'ostilità, impara ad aggredire
Se un bambino vive con il timore, impara ad essere apprensivo.
Se un bambino vive con la pietà, impara a commiserarsi.
Se un bambino vive con lo scherno, impara ad essere timido.
Se un bambino vive con la gelosia, impara cos'è l'invidia.
Se un bambino vive con la vergogna, impara a sentirsi in colpa.
Se un bambino vive con l'incoraggiamento, impara ad essere sicuro di sé.
Se un bambino vive con la tolleranza, impara ad essere paziente.
Se un bambino vive con la lode, impara ad apprezzare
Se un bambino vive con l'accettazione, impara ad amare.
Se un bambino vive con l'approvazione, impara a piacersi.
Se un bambino vive con il riconoscimento, impara che è bene avere un obiettivo.
Se un bambino vive con la condivisione, impara la generosità.
Se un bambino vive con l'onestà e la lealtà, impara cosa sono la verità e la giustizia.
Se un bambino vive con la sicurezza, impara ad avere fiducia in se stesso e in coloro che lo circondano.
Se un bambino vive con la benevolenza, impara che il mondo è un bel posto in cui vivere.
Se vivi con serenità, il tuo bambino vivrà con la pace dello spirito.
Con che cosa sta vivendo il tuo bambino?
Dott.ssa Ilaria Monticone